mercoledì 12 aprile 2017

Informare e comunicare: strumenti e mezzi per la partecipazione e la deliberazione

Informare e comunicare: strumenti e mezzi per la partecipazione e la deliberazione

La legge n.150/2000 disciplina le "attività di informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni" (art.1, 1°c.), ma non distingue fra queste due attività, non individua cioé esplicitamente le differenze fra "informare" e "comunicare". [...]

Al suo interno, varie disposizioni fanno riferimento alle attività di informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni indicandone i fini (art.1, 4° e 5° c.), i soggetti (artt.8 e 9), le forme ed i mezzi (art.2, 1° e 2° c.), ma non il contenuto, forse ritenendo inutile o inopportuno definire queste attività in un testo legislativo. 

"In-formare" significa letteralmente "dare forma", "plasmare, modellare secondo una determinata forma, struttura" [...]. "Informazione" è la notizia, il dato che fornisce elementi di conoscenza, cioè che informa su qualcosa.
"Comunicare" [...] vuol dire letteralmente "che svolge il suo compito insieme con altri"; in Italiano il termine "comune" significa quindi ciò "che è proprio di almeno due persone o cose". Da qui una serie numerosissima di termini, fra cui appunto "comunicare", che indicano la condivisione, il mettere insieme, il rendere partecipi più soggetti [...]


La comunicazione è dunque per definizione soggettiva, nel duplice senso che il suo contenuto dipende dal punto di vista dei soggetti che comunicano e che essa è essenzialmente un rapporto fra soggetti; l'informazione aspira invece ad essere oggettiva (come nel caso degli orari dei mezzi di trasporto), a dare cioé al mondo una forma che possa essere accettata da tutti, indipendentemente dal punto di vista, dalle esperienze, etc. dei soggetti che vengono informati.  

Sia all'informare sia al comunicare può seguire un'azione da parte del soggetto destinatario dell'informazione o della comunicazione; ma nell'informare questa azione non è lo scopo principale dell'attività del soggetto che informa, mentre lo è nel caso della comunicazione.

Le informazioni mirano a facilitare il rapporto con il mondo così come esso appare alla luce delle informazioni medesime; il loro scopo è quello di agevolare il soggetto che le riceve, rendendo intelligibile la complessità che lo circonda. Il soggetto che informa deve farlo in modo tale che coloro che ricevono le informazioni possano utilizzarle per orientarsi nella realtà che li circonda, fornendo quindi informazioni aggiornate, comprensibili, complete, etc., tali cioè da facilitare al massimo le attività successive dei soggetti che le ricevono. Ma lo scopo di chi informa non è quello di influire su tali attività; certo, indirettamente le informazioni modificano i comportamenti dei soggetti che le ricevono (se il treno parte ad una certa ora bisogna andare in stazione un pò prima di quell'ora, più tardi è inutile) ma i comportamenti che i destinatari delle informazioni concretamente adotteranno esulano dagli scopi e dal raggio d'azione di chi informa.

Il contrario accade nel comunicare, perché chi comunica con un altro soggetto fornisce delle informazioni il cui scopo non è quello di dare forma al mondo, bensì di dare ad esso un significato, in modo che il destinatario della comunicazione si comporti diversamente da come avrebbe fatto prima della comunicazione.


La differenza principale del comunicare rispetto all'informare consiste dunque nello scopo: si comunica per dare un significato alla realtà, si informa per dare ad essa una struttura, una forma. Naturalmente, per quanto s'è detto sopra circa il continuum in cui consiste il rapporto fra informare e comunicare, il passaggio dall'informare al comunicare e viceversa, dalla forma al significato e di nuovo alla forma è sempre possibile in qualsiasi momento, poiché entrambe le attività utilizzano la stessa materia prima, le informazioni; basta modificare lo scopo per cui esse vengono fatte circolare e si passa dalla mera informazione alla comunicazione e viceversa. [...] 

Comunicare comporta sempre una responsabilità; e poiché, come s'è detto, nella comunicazione tutti i soggetti coinvolti sono attivi e partecipi, tutti sono anche responsabili, sia pure in maniera diversa. [...]
 

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• tratto da "Urp degli Urp - comunicazione pubblica in rete - Informare e comunicare di Gregorio Arena"

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